Il laboratorio musicale è un percorso specifico volto ad alimentare, sostenere e promuovere, istanze cognitive, motorie ed espressive.
Al centro vi è l’idea di relazione: una dimensione aperta, in cui si realizzano nuove sintesi della personalità individuale attraverso la promozione di spontaneità e creatività; infatti la dimensione sonora nell’offrire un canale di comunicazione non verbale universale, dà la possibilità di oggettivare nuovi stadi di proiezione di sé e dell’Altro.
Negli incontri è prevista la strutturazione di esercizi-gioco con strumenti musicali – a percussione o a corde – per dar vita a un vero e proprio dialogo finalizzato a comprendere i principali contrasti sonori (le pause, la dinamica forte/piano, l’intensità grave/acuto), a selezionare e ordinare sensazioni uditive. E’ possibile, in questo modo, fornire un impianto di categorie concettuali – spazio/temporali – attraverso cui interpretare il mondo, rappresentare gli stimoli della sfera emotiva che chiedono di venire alla luce per trovare senso.
L’utilizzo degli strumenti, inoltre, unitamente alla danza, è funzionale allo sviluppo del coordinamento motorio fine e alla realizzazione della espressività del gesto come risultante di due fattori: corpo e movimento, a partire dalla presa di coscienza della dimensione ritmica e melodica.
Il ritmo più che misura del tempo, è la possibilità della sua esperienza; è, infatti, in quanto ritmo che l’esperienza del tempo può definirsi durata: percezione di limite, simultaneità della presenza nel divenire.
Essendo allo stesso tempo alternanza e compresenza, il ritmo, ci riporta alla radice stessa della metamorfosi, del cambiamento, dell’identità raggiunta nella differenza.
Identità ritmica dunque, la quale si forma a partire dal ri – conoscimento dell’altro da sé.
Il ritmo è dunque il primo momento in cui si articola una relazione secondo varie forme: reciprocità, successione, alternanza; è la prima figura dialettica, il segno di un’alterità assoluta e irriducibile a cui, incessantemente, allude.